Ganbatte in giapponese significa “buona fortuna” ma non una fortuna che arriva per caso, ma come qualcosa che si costruisce dando il meglio di sé. Ganbatte deriva, come il quasi sinonimo ganbare, dal verbo ganbaru, che significa “dare il meglio di sé, fare più del proprio meglio”. E’ un’espressione usatissima di incoraggiamento che sottintende che la fortuna non arriva a caso, ma la si costruisce con il duro lavoro e l’impegno di ogni giorno.
E noi di Cecchini Cuore questa idea l’abbiamo sempre avuta e in 5 anni di impegno abbiamo portato una cultura di emergenza, con corsi, impegno, lavoro… abbiamo lavorato per diffondere un’idea, quella che ognuno può fare qualcosa e una speranza, quella che i DAE possano davvero diventare a disposizione di chiunque ne abbia bisogno nel momento in cui ne hanno bisogno. Abbiamo lavorato per realizzare un sogno, quello di poter concretamente fare qualcosa contro l’arresto cardiaco. E in questi anni abbiamo avuto tanti risultati e tante soddisfazioni da superare di certo ogni difficoltà incontrata.
E domani saremo anche noi, insieme ad altri amici che condividono lo stesso sogno, a Sanremo, a parlare di cuore, di morte ma soprattutto di speranza e di progetti.
E come sempre faremo del nostro meglio, più del nostro meglio, ganbarimasu. Perché non è nella nostra natura fare di meno. Perché amiamo quello che facciamo e ci mettiamo il cuore, l’entusiasmo e l’anima.
E allora GANBATTE NE Cecchini Cuore! Che la fortuna ci sia accanto e lo sia a tutti quelli che saranno lì, con noi, a costruire un sogno.
Cara Michiyo, la ringrazio molto dell’articolo che ha pubblicato.
In effetti e’ una grande occasione per noi tutti che da anni ci battiamo per una defibrillazione precoce e pubblica.
Lei sa benissimo, come tutti coloro i quali mi conoscono, quanto mi costi, per la mia timidezza, apparire sui giornali o peggio ancora in TV.
Ma domani si parla di cose serie, della possibilita’ di salvare almeno il 50% delle vittime della fibrillazione ventricolare. Questo e’ il motivo per il quale vado.
Incontrero’ finalmente amici e Colleghi che ho solo sentito via mail, accomunati da questa semplice idea comune: defibrillare presto e defibrillare ovunque.
Lei sa quanto io sia un cardiologo di campagna, come amo definirmi io, un medico che adora la tecnologia, informatissimo sui progressi farmacologici dell’elettronica. Ed e’ una mia caratteristica, non so e non penso sia un pregio il sentirsi “di campagna”. Non sono certo uno di quelli che si riferisce alle “linee guida” per soccorrere un paziente: c’e’ prima la personale esperienza e poi il buonsenso.
Andremo con la nostra piccola (ma grande al tempo stesso) associazione…a dire la nostra.
A dire che si puo’ far vivere anche senza una laurea, senza grande educazione scolastica ….basta premere uno stupido pulsante quando una macchina te lo dice a voce alta.
La semplicita’, il buon senso non si impara all’ Universita’, si impara nei posti di ritrovo, di sport di svago, se trovi qualcuno che si tolga del camice di medico e ti spieghi la medicina.
Il che e’ molto semplice, se la conosci, la medicina.
Un abbraccio di gratitudine per tutto cio’ che fa per il sito. le diapositive ed il materiale didattico, gratuitamente ed in maniera eccellente.