Qui di seguito pubblico un articolo de “Il Tirreno”. Dopo aver tagliato le guardie mediche, ora i geni della sanita’ taglieranno anche alcune postazioni del 118 con Medico a bordo. Evidentemente non capire niente non e’ obbligatorio per governare la sanita’ pubblica…pero’ aiuta.
ROSIGNANO. Dovrebbero sparire nel nulla almeno due punti di emergenza territoriale (Pet), ossia postazioni gestite da associazioni di volontariato in cui è attivo un medico nominato dall’Asl. A confermare che l’intenzione è quella di contrarre al massimo il personale medico sulle ambulanze durante la notte è Francesco Genovesi, responsabile dell’area 118 per l’Asl 6. «Un’intenzione – spiega Genovesi – che non dipende dalla volontà dell’azienda, ma direttamente dalla Regione, che ha previsto di risparmiare attraverso accentramenti e riduzioni in tre ambiti: laboratori di analisi, centri trasfusionali e attività di emergenza (centrali operative 118 e punti di emergenza locali)».
In pratica, parallelamente alla riforma della medicina di base, che vedrà nascere una serie di Aft (Aggregazioni di medici di famiglia ed ex guardie mediche), la Regione ha intenzione di tagliare anche l’attività dei 118. E non è chiaro come poi sarà garantita l’assistenza notturna ai residenti, dato che il piano di riorganizzazione regionale prevede che le Aft siano attive dalle 8 alle 24, orario dopo il quale viene “cancellato” anche il servizio di guardia medica. Di fatto il nuovo sistema sanitario prevede che tutte le emergenze notturne ricadano sul 118. Ragione per cui nelle scorse settimane addetti ai lavori e cittadini hanno pensato che questo fondamentale servizio portato avanti dalle società di assistenza e dai medici dell’Asl, sarebbe stato potenziato.
Niente di più sbagliato. Nell’Asl 6 i professionisti a bordo delle ambulanze saranno ridotti. Questo chiede la Regione Toscana. A lanciare l’allarme sul taglio dei medici del 118 è stato nei giorni scorsi lo Smi (Sindacato medici italiani), che ha fatto notare come, per la zona dell’Asl 6 siano a rischio almeno tre postazioni. E se lo Smi ipotizza un taglio di almeno tre punti emergenza sul territorio provinciale (uno a Livorno, uno tra quelli di Rosignano e Cecina e uno tra Val di Cornia e Piombino), voci bene informate delle ipotesi al vaglio della direzione aziendale e dei vertici regionali assicurano che sui servizi di emergenza si abbatterà una mannaia ancora più pesante. Circola infatti l’ipotesi che degli 8 Pet dislocati da Collesalvetti all’Elba potrebbero restarne soltanto 3: uno a Livorno, uno a Piombino e l’ultimo all’Elba. In pratica la parte centrale della provincia diventerebbe terra di nessuno e se davvero andasse in porto il taglio dei punti emergenza, i cittadini del comprensorio in caso di malori o incidenti potrebbero contare solo su due mezzi con medico a bordo, uno di stanza a Livorno e l’altro a Piombino. Troppo distanti per garantire l’adeguata assistenza sanitaria.
Genovesi spiega che in realtà la contrazione dei medici del 118 non dovrebbe essere così drastica. «La Regione – dice il medico – ha previsto la riduzione di 30 punti di emergenza in tutta la Toscana, che risulta abbia un numero di postazioni 118 doppio rispetto ad esempio alla Lombardia». Evidente che il taglio deve essere diviso, il più equamente possibile tra le tre aree vaste. «Implica che all’area nord-ovest – prosegue Genovesi -, cioè la nostra, tocchi tagliare dieci postazioni di emergenza. E siccome le Asl riunite in area vasta sono cinque, ognuna dovrebbe tagliarne due. Significa che nella nostra provincia dovrebbero sparire almeno due medici in servizio notturno sulle ambulanze».
Genovesi, che è stato nominato coordinatore per l’intera area vasta nord-ovest per il piano di riorganizzazione del 118 e Pet, assicura che l’intenzione dell’Asl 6 è quella di difendere tutte le postazioni per l’emergenza. «A livello regionale – conclude – ne stiamo ancora discutendo, ma noi non vogliamo rinunciare ad alcuna postazione: impossibile togliere ad esempio quella di Collesalvetti, che serve anche una parte di Pisa, o quella di Rosignano, che è il comune più vasto di tutta la provincia».
Anna Cecchini
articolo tratto da “Il Tirreno”
E, di seguito: un pensiero di Gino Strada
GINO STRADA: “Io mi ostino a voler fare il mio lavoro, medico e chirurgo. Mi occupo giornalmente di sanità e medicina. Se qualcuno venisse a propormi di fare il… ministro della Sanità, risponderei che il mio programma è molto semplice: faccio una sanità d’eccellenza, spendendo la metà di quello che si spende oggi, eliminando il conflitto di interesse introdotto nella mia professione dalla casta politica: il pagamento a prestazione. Il nostro sistema sanitario era uno dei migliori al mondo, la casta, con la complicità dei medici, lo ha rovinato. L’interesse del medico è che la gente stia male, per fare più prestazioni. Ma nove milioni di persone non hanno più accesso alla sanità. Io eliminerei tutto questo. Ecco perché nessuno mi ha mai chiesto di fare il ministro della Sanità. A me piacerebbe in futuro aprire anche in Italia il primo ospedale di Emergency, per far rivedere agli italiani, dopo 30 anni, che cos’è un ospedale, non una fottuta azienda. La sanità è uno scandalo pubblico”
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